22 feb 2013

Recensione: Lucky Star

Fenomeno 'Lucky Star'


Tutti conoscono Lucky Star, o hanno almeno una volta sentito o persino ballato la sigla in qualche evento di genere.



Ma quanti hanno in realtà seguito la serie animata? Quanti hanno visto fino in fondo tutte e 24 le puntate una per una con tenacia e determinazione? Beh con un certo senso di soddisfazione posso dire di essere una delle poche ad essermi sparata tutto Lucky Star!
Ma cos'è fondamentalmente Lucky Star?? Un anime? Uno slice of life? La consacrazione alla demenza?
NO! Lucky Star è l'inutilità fatta anime! Ma non è assolutamente una critica! Il flusso di demenza che scorre copioso dalle scene di questo anime ti sommerge in uno stato di stupidità infinita. Ma non è una demenza che fa ridere, fatta di battute o freddure, no! La demenza è incentrata su una serie lunghissima di sketch in cui un gruppo di studentesse del liceo non fa assolutamente niente di particolare, ma cose normalissime tipo fare i compiti, stare insieme, mangiare fuori, guardare la tv. La cosa pazzesca è che ti senti uno scemo a vedere una roba del genere, però continui a farlo, e tutto questo ti fa entrare in una dimensione anormale e senza senso. E' una cosa strana da spiegare ma è così!


Ovviamente Lucky Star non ha una trama, è basato sulle quotidiane attività di questo gruppo di studentesse tutte deliziosamente stereotipate. La protagonista Konata, è una otaku malata allo stadio terminale, e la sua vita si basa unicamente su quello, poi ci sono Kagami e Tsukasa, due sorelle gemelle una l'opposta dell'altra, la prima responsabile e giudiziosa, l'altra pigra e sbadata; e infine la prosperosa moe Miyuki che si dilunga spesso in monologhi in cui chiarisce a random i bizzarri dubbi delle sue amiche. Alla fine di ogni puntata c'è il Lucky Channel un programma condotto da Akira (idol che finge di essere carina e coccolosa) e Shiraishi (ragazzo timido che si prodiga spesso in inutili inchini e scuse), programma che dovrebbe approfondire le puntate della serie ma che in realtà finisce sempre per essere il teatro dei litigi fra i due.

Una particolarità di questo anime è che viene mostrato un aspetto che nessun altro anime o manga per ragazze mostra, ovvero la rappresentazione di personaggi femminili che si interessano alla 'sessualità'. La protagonista Konata ad esempio non perde occasione per notare le dimensioni del seno di Miyuki e di come sia oggetto delle attenzione dei ragazzi, inoltre gioca a videogiochi per adulti e utilizza i criteri di tali giochi anche nella vita reale. C'è un altro personaggio, una loro amica, fissata con lo yuri che fantastica spesso su relazioni pseudo-platoniche tra le sue compagnette per poi farne delle fanzine.
Sicuramente Lucky Star è un anime che non è paragonabile ad altri altri titoli; un suggerimento se volete 'inoltrarvi nella via senza ritorno' di Lucky Star, è di non vedere tante puntate tutte insieme, si rischiano problemi neuronali.
[Enrica Rosse]

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